Sviluppo sostenibile: da Rio buone notizie

A Rio de Janeiro, alcune settimane fa, si è svolta la conferenza mondiale Rio+20 con il +20 a sottolineare i vent’anni passati dalla conferenza delle Nazioni Unite che si tenne nel 1992 e che lanciò, per la prima volta a livello mondiale, il concetto di sviluppo sostenibile. Praticamente un processo finalizzato al raggiungimento di alcuni obiettivi mirati al miglioramento delle condizioni ambientali e sociali del pianeta messe a rischio da politiche poco lungimiranti. A molti, allora, le conclusioni parvero deludenti: ciò non toglie che si trattò di un primo passo per porre all’attenzione dei Governi temi come la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali, la dimensione economica e sociale, al fine di consegnare alle generazioni future un pianeta non compromesso. Rio+20 ha rilanciato, quindi, la necessità di individuare una strada condivisibile per uno sviluppo sostenibile. Certo, a complicare le cose c’è una crisi globale che interessa un po’ tutti e si sa che, a fronte di difficoltà economiche, la prima cosa che viene a mancare sono le risorse per mettere in pratica misure volte a sostenere lo sviluppo di questi temi.

Qualcosa, comunque, si sta muovendo: Greenpace, per esempio, nel corso di R+20 ha lanciato un’iniziativa per la salvaguardia del Polo Nord, minacciato dall’inquinamento causato dall’attività di estrazione petrolifera e dalla pesca sconsiderata eseguita con metodi distruttivi che rischia di “far saltare” un ecosistema delicato. L’iniziativa, grazie all’adesione di numerose personalità dello spettacolo ma anche del mondo imprenditoriale, mira alla creazione di una sorta di parco globale a difesa dell’area intorno all’Artico. Paul McCartney, Penelope Cruz, Robert Redford, Sir Richard Branson, grande capo della Virgin e Pedro Almodovar sono solo alcuni nomi delle personalità che hanno aderito alla proposta di Greenpace. Volontari dell’associazione ambientalista hanno dato il via all’iniziativa con manifestazioni in India al Taj Mahal, in Cina sulla Grande Muraglia, in Italia in Piazza san Pietro e a Rio, dove, di fronte alla statua del Cristo Redentore, c’era una mongolfiera a rappresentare simbolicamente un orso polare. Altro passo simbolico avverrà quando, al raggiungimento di un milione di adesioni, i nomi delle star saranno inseriti in una capsula che Greenpace deporrà sul fondale del Polo a una profondità di 4 km. La presenza della capsula sarà segnalata dalla “Bandiera per il futuro” disegnata appositamente dai bambini di tutto il mondo.

Altre realtà, in altri campi, portano avanti iniziative volte a migliorare le condizioni di vita – educative, sociali ed economiche – in contesti caratterizzati da condizione di esclusione sociale e di rischio. Come AVSI, un’organizzazione non governativa, ONLUS presente ai lavori di Rio+20 che ha avviato interessanti progetti anche grazie alla collaborazione col mondo imprenditoriale. Con Fiat Brasile, ad esempio, l’associazione ha realizzato il progetto “Arvore da vida” grazie al quale, in una favela di Belo Horizonte, dove le condizioni di vita sono estremamente disagiate e dove la violenza è la quotidianità che si respira, è stato possibile dare lavoro in fabbrica a circa 1.200 ragazzi che inevitabilmente avrebbero avuto come destino quello di diventare spacciatori o vittime della violenza. AVSI è inoltre impegnata nel progetto “The Bonobo Peace Forest” che mira alla riforestazione di 1600 ettari nella riserva di Kokolopori, nella Repubblica Democratica del Congo, e al miglioramento dell’ecosistema e della biodiversità di specie autoctone vegetali e alla conservazione delle specie animali in pericolo, come il bonobo, favorendo un’alleanza tra uomo e natura. Sono solo piccoli esempi di come, a partire da un’esigenza vitale per tutti, sia essa di tipo ambientale o sociale, si possano mettere in atto iniziative che abbiano come obiettivo quello di garantire un futuro dignitoso per tutti.

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