Stiamo consumando meno: gli italiani ora badano alle necessità reali

Nel mese di giugno la fiducia dei consumatori ha fatto registrare un nuovo calo attestandosi al livello più basso mai toccato da 15 anni a questa parte. E’ un quadro sconfortante quello emerge dalle ultime rilevazioni effettuate dall’Istat sul livello di fiducia che gli italiani nutrono verso il futuro del paese. Inflazione, crisi economica, borse e spread hanno ufficialmente ‘depresso’ i consumi e i consumatori. Mai prima d’ora l’economia e l’alta finanza erano entrate a far parte della quotidianità degli italiani come negli ultimi mesi. L’incubo della recessione, lo specchio della situazione greca, l’incertezza lavorativa e occupazionale per una fetta sempre più ampia di popolazione in età da lavoro, hanno contribuito a determinare un diffuso clima di pessimismo e di rassegnazione nelle famiglie. Non meraviglia quindi che a giugno l’indice del clima di fiducia dei consumatori abbia fatto segnare un nuovo calo rispetto al mese precedente. Secondo quanto rilevato dall’Istituto nazionale di statistica, infatti, la fiducia dei consumatori italiani è scesa dall’86,5% del mese di maggio all’85,3% di giugno. Il livello più basso registrato dal gennaio 1996. Segno inequivocabile che sono sempre di meno gli italiani che guardano al futuro con ottimismo e con attesa. La depressione non riguarda solo le borse e i mercati, ma, anche i consumi che diminuiscono in maniera direttamente proporzionale al calo di fiducia di consumatori e su cui pesa non poco l’evoluzione dello scenario economico italiano. Dai dati rilevati dall’Istat, emerge che anche l’indicatore del clima economico generale è sceso in misura marcata, passando da 64,2 a 59,7. Risultano in calo, inoltre, l’indicatore riferito al clima futuro che passa da 75,7 a 72,9 e – seppur in misura minore – quello relativo alla situazione corrente che si attesta sul 95,5% rispetto a 96,4% del mese precedente. Percentuali e cifre che, se lette nel loro complesso, tracciano un quadro molto negativo della situazione attraversata dal paese. Un quadro da cui emerge un peggioramento considerevole nei giudizi e nelle aspettative dei consumatori sulla situazione economica dell’Italia, con un calo deciso soprattutto per quanto concerne le attese. Ciò che ha pesato maggiormente sono stati i dati negativi sull’aumento della disoccupazione e sull’evoluzione dello scenario economico italiano. Negativo è anche il dato relativo alla situazione economica della famiglia. Dal punto di vista prettamente geografico è al Sud che l’incertezza per il futuro si fa sentire maggiormente, mentre la percentuale di fiducia sale leggermente nel centro del paese. Un ulteriore calo della fiducia dei consumatori italiani, questo registrato dall’Istat, che deve preoccupare non poco il Governo Monti che potrebbe vedere vanificati tutti i suoi sforzi di tirar fuori il paese dal pantano economico. Secondo la Confesercenti, infatti, il calo di fiducia registrato dall’ente statistico oltre ad essere il risultato del lungo periodo di recessione attraversato dal paese è determinato anche dall’eccessiva pressione fiscale che ha compresso i consumi senza fornire un valido piano di crescita. Le persone non spendono perché non hanno la disponibilità economica per poterlo fare e preferiscono mettere da parte il denaro a disposizione in vista di tempi più bui.

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