Ricercatori italiani offrono una speranza in più per il Mediterraneo

Si chiama Medess-4MS e aiuterà a proteggere il Mar Mediterraneo e gli ecosistemi marini dai rischi legati all’inquinamento da idrocarburi. Si tratta di un nuovo e innovativo progetto finanziato dalla Comunità Europea che consentirà di monitorare, in tempo reale, gli specchi d’acqua attraversati con maggiore frequenza dalle rotte marittime, al fine di prevenire e gestire – in maniera tempestiva – qualsiasi tipo di emergenza ambientale. Gli incidenti navali e i conseguenti disastri all’ecosistema causati dal riversarsi in mare di centinaia di tonnellate di combustibile stipato nei serbatoi delle navi, purtroppo sono sempre più frequenti. Il progetto europeo Medess-4MS mira proprio a scongiurare il verificarsi di tali incidenti e in extremis a limitarne le conseguenze che sono spesso drammatiche per la flora e la fauna marina. Il progetto è finanziato dal Fondo Europeo di sviluppo regionale e avrà la durata di tre anni. I lavori sono partiti già lo scorso febbraio e coinvolgono in tutto ventuno partner mediterranei guidati e diretti dal Dipartimento della Marina Mercantile del Ministero delle Comunicazioni di Cipro. A rappresentare l’Italia, nell’equipe di studiosi e ricercatori, c’è il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e in particolare l’Istituto per l’ambiente marino e costiero di Oristano, insieme all’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Roma. Tecnici, ricercatori e biologi lavoreranno a gomito a gomito e studieranno le caratteristiche e le peculiarità delle macchie di idrocarburi per salvaguardare la salute del Mar Mediterraneo e prevenire nuovi disastri ambientali causati troppo spesso dall’incuria e dalla disattenzione degli armatori. Il progetto prevede la messa a punto di un sistema di monitoraggio basato sull’utilizzo di modelli di previsione del trasporto degli idrocarburi. Questi modelli comparati con le informazioni ricevute in tempo reale sulla posizione di eventuali chiazze di petrolio, consentiranno di fornire soluzioni su misura a chi si troverà a dover gestire un’emergenza di questo tipo. Questo sistema di monitoraggio sarà poi fornito alle agenzie competenti come il Centro di Risposta per le emergenze da inquinamento nel Mar Mediterraneo e all’Agenzia Europea per la sicurezza Marittima, che sono gli enti preposti ad intervenire in caso di disastri. Le informazioni necessarie per sviluppare tale sistema di monitoraggio, detto a multi-modello, saranno fornite dal Marine Core Service del programma europeo GMES e dai sistemi nazionali di previsione del mare. Tali informazioni saranno poi messe in relazione con i dati sulla diffusione delle macchie di idrocarburi provenienti dalla piattaforme di monitoraggio già attive del sistema CleanSeaNet di Emsa. Un lavoro complesso e delicato, ma, necessario per proteggere la flora e la fauna marina di uno degli specchi d’acqua più ricchi del mondo dal punto di vista della biodiversità. Il Medess-4ms sarà un’arma fondamentale nella battaglia per la prevenzione dei rischi di inquinamento da idrocarburi grazie alla mappatura dei potenziali pericoli e garantirà una maggiore sicurezza in mare e una più ampia tutela degli ecosistemi naturali. L’utilizzo delle informazioni elaborate dai tecnici e dai ricercatori del progetto, infine, renderà più agevole l’attuazione della direttiva 2005/35 della Comunità Europea che sanziona l’inquinamento provocato dalle navi sia mercantili che da crociera.

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