Manovra Salva Italia, stop ai pagamenti cash oltre i 1.000 euro

Dopo diversi slittamenti, entra finalmente in vigore lo stop ai pagamenti in contanti per cifre pari o superiori ai mille euro. Dopo la data del 1 febbraio 2012, già il termine era stato spostato, con il passaggio alla camera dei deputati, al primo maggio 2012 e al primo giugno 2012, per poi essere definitivamente posticipata al 1 luglio 2012. Grazie a tale legge, non sarà più possibile effettuare pagamenti in contanti per cifre pari o superiori ai 1.000 euro, ma solo tramite strumenti di pagamento che siano tracciabili, quali ad esempio: assegni bancari, circolari o postali muniti della clausola di non trasferibilità, carte di credito, bonifici, bollettini postali, libretti di deposito nominativi, conti correnti, Rid bancari o postali o cambiali.

Anche gli stipendi delle pubbliche amministrazioni, le pensioni e qualunque compenso oltre i 1000 euro non potrà più essere corrisposto in contanti, dalle pubbliche amministrazioni. Per tale motivo, chi deve riscuotere il pagamento della pensione, è tenuto a comunicare all’Inps, attraverso gli uffici preposti o direttamente sul sito dell’Inps, con il proprio codice pin, le nuove modalità alternative di riscossione scelte, quali l’accredito su un conto corrente, su carta ricaricabile o su un libretto postale.

Dal 1 luglio, dunque, la norma del decreto Salva Italia della manovra Monti stabilisce come limite di pagamento in contanti l’importo di 999,99 euro, a fronte dei 2.500 euro della manovra precedente, mentre gli importi superiori dovranno essere saldati con metodi tracciabili, in modo che lo spesometro, di cui si avvarrà il fisco, potrà trarre tutte le informazioni.

Inoltre, tale limite si riferisce ad operazioni totali e complete, infatti la manovra stabilisce che il trasferimento in contanti è vietato anche se viene eseguito in più tranches inferiori alla soglia, nel caso in cui queste appaiano ripartite in modo artificioso.

Il fine ultimo di tale norma è quello di contrastare l’evasione fiscale e  il riciclaggio di denaro. Infatti, attraverso la tracciabilità del denaro, l’Agenzie delle Entrate sarà in grado di ricostruire tutti i movimento che fa il denaro, riconoscerne la provenienza e l’importo, verificare chi lo ha trasferito e a chi è destinato.

In caso di inosservanza o violazione della nuova legge, le sanzioni amministrative e le multe possono variare dall’1% al 40% dell’importo pagato, quando le transazioni sono comprese tra i 1.000 e i 50.000 euro, mentre per somme che superano i 50.000 euro, la sanzione è compresa tra il 5% fino al 40% dell’importo, multe che riguardano sia chi effettua il pagamento che il destinatario dei contanti. Inoltre, le sanzioni risultano più pesanti, quanto più sono elevate le cifre trasferite.

Le multe sono applicate su richiesta della Guardia di Finanza o del Ministero, entro il novantesimo giorno del ricevimento della comunicazione dell’infrazione, da parte di Poste Italiane o banche e il pagamento della sanzione deve avvenire entro il sessantesimo giorno dell’avvenuta notifica della contestazione.

E’ bene quindi adeguarsi velocemente alla nuova norma del decreto Salva Italia sulla tracciabilità dei pagamenti, al fine di evitare multe salate e inaspettate.

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