Imu: i sommersi e i salvati

A seguito della recente polemica sorta circa la possibilità di assoggettare gli immobili appartenenti alla Chiesa all’Imu il Ministero dell’Economia ha espresso chiaramente le linee guida che gli enti non commerciali dovranno tenere al fine di risultare esonerati dal pagamento dell’imposta. Risulterebbero così esclusi dal campo di applicazione dell’imposta municipale le scuole paritarie, gli ospedali convenzionati e le strutture ricettive con ospiti sistemati temporaneamente (ad esempio, in caso di emergenze ambientali o sociali). L’unico vincolo a carico di questi enti è che la loro attività sia prestata a titolo gratuito o che al massimo riscuotano rette o donazioni rilasciate “a titolo simbolico”.

Applicando per analogia la normativa occorrerà pertanto che Chiesa ed enti no profit in genere che vorranno essere ricompresi tra gli esonerati adeguino il proprio statuto entro il 31 Dicembre 2012. E’ essenziale che loro finalità ultima risulti non lucrativa. Dal 1 Gennaio 2013 l’imposta avrà valenza erga omnes. Al fine di ovviare qualsiasi altra possibile falsa interpretazione della normativa in oggetto il Governo ha espresso chiaramente che il regolamento di futura applicazione dovrà individuare “i requisiti generali e di settore per qualificare le attività svolte in modalità non commerciali”. In particolare questi criteri si concretizzano nel divieto di distribuire, in pendenza di effettiva attività dell’ente, a soci, amministratori, partecipanti, lavoratori o collaboratori utili ed avanzi di gestione, nonché fondi o capitale, salvo che la Legge disponga altrimenti.

Queste cessioni sono vietate anche verso enti che fanno parte della medesima struttura e che svolgano la stessa attività dell’ente cedente. Vige invece l’obbligo di reinvestire gli utili esclusivamente per lo sviluppo delle attività istituzionali svolte dall’ente stesso, nonché l’obbligo di devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento ad altro ente no profit che svolga attività analoga.

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